Anche la musica classica può avere contenuti espliciti
Wolfgang Amadeus Mozart era un famoso compositore che tutti conosciamo. Tuttavia, non tutti sanno del suo interesse per la cacca che non era una cosa esclusivamente privata, ma qualcosa che metteva esplicitamente nelle sue composizioni.
Queste canzoni furono pubblicate dopo la morte di Mozart con testi epurati di tali riferimenti. Eccone alcuni esempi:
“Lass froh uns sein” (“Gioiamo”) che era originariamente intitolata “Leck mich im Arsch” (“Leccami il c**o”) composta negli anni ’80 del ‘700.
Lick my arse nicely,
Leccami bene il c**o,
lick it nice and clean,
nice and clean, lick my arse.
That’s a greasy desire,
nicely buttered,
like the licking of roast meat, my daily activity.
Three will lick more than two,
come on, just try it,
and lick, lick, lick.
Everybody lick their arse for themselves.
leccalo bene finché è pulito,
bello e pulito, leccami il c**o.
Questo è un desiderio sporco di olio,
ben imburrato,
come il leccare la carne arrosto, la mia attività quotidiana.
Tre leccheranno più di due,
Dai, provaci,
e lecca, lecca, lecca.
Ognuno lecca il c**o per sé.
Altre canzoni, invece, si presentano come giochi di parole come in Difficile lectu mihi Mars che contiene il testo Difficile lectu mihi mars et jonicu difficile. Le parole sembrano in latino, ma è un gioco di parole bilingue che utilizza il tedesco e l’italiano cosicché quando sono cantate sembrano dire leck du mi im Arsch (leccami il c**o). Il secondo gioco di parole invece si basa sulla parola latina jonicu le cui sillabe possono risuonare come la parola italiana coglioni. Il verso si traduce quindi con “È difficile leccarmi il c**o e le palle”.
“Bona nox” invece, originariamente conteneva il seguente testo:
Good night, good night,
Buona notte, buona notte,
Shit in your bed and make it burst;
Good night, sleep tight,
And stick your ass to your mouth.
caga nel tuo letto e fallo rompere;
Buona notte, dormi bene,
E metti il tuo c**o in faccia.
Riferimenti scatologici, tuttavia, si possono trovare anche in alcune delle lettere che Mozart si scambiò con sua cugina Maria Anna Thekla Mozart (un probabile interesse amoroso), una delle quali si conclude dicendo:
…by the love of my skin, I shit on your nose, so it runs down your chin…
…per amore della mia pelle, ti cago sul naso, così ti cola sul mento…
Ma anche le lettere dirette alla famiglia di Mozart, in particolare a suo padre Leopold, a sua madre Anna Maria e a sua sorella Nannerl contengono riferimenti scatologici che ricordano alcuni versi contenuti in Bona nox.
Si è calcolato che in 39 lettere appartenenti a Mozart siano contenute frasi scatologiche.
Tuttavia, rimane un mistero perché Mozart decise di includere queste composizioni particolari nel catalogo delle sue opere personali, ma escluse invece alcune opere più neutre. Ed è curioso anche il suo interesse per la cacca che oggigiorno potrebbe essere frainteso a causa del divario culturale e temporale che si interpone.
Anche se oggi potremmo considerare tale volgarità più offensiva o strana, nel XVIII secolo l’umorismo scatologico era più diffuso e accettato di oggi. Alcuni suggeriscono un’influenza della commedia dell’arte italiana e del personaggio dell’Hanswurst, un tipo rozzo e robusto che intratteneva il suo pubblico fingendo di mangiare grossi e improbabili oggetti per poi defecarli. Un’altra interpretazione suggerisce una lettura politica in cui la volgarità del teatro popolare scatologico era una reazione alla cultura raffinata imposta dall’alto. Una delle lettere di Mozart descrive infatti gli aristocratici in termini scatologici dove li identifica come “la duchessa Smackarse [schiaffac**o], la contessa Pleasurepisser [pisciagioia], la principessa Stinkmess [puzzacaos], e i due principi Potbelly [panciavasino] von Pigdick [c***oporco]“.1
Secondo il folklorista e antropologo culturale Alan Dundes, l’interesse o la tolleranza per le questioni scatologiche è un tratto specifico della cultura nazionale tedesca, spiegando che ci sono diversi testi nel folklore tedesco riguardanti la scatologia, tra cui opere di Martin Lutero, Johann Wolfgang von Goethe, Heinrich Heine, per esempio. E il loro particolare gabinetto costituisce un’altra prova.
Dal punto di vista odierno, invece, si può leggere l’interesse scatologico di Mozart come riconducibile a patologie psicologiche come l’infantilismo, la coprofilia e la sindrome di Tourette, ma tutte queste teorie sono state ampiamente criticate.
Anche la madre di Mozart usava questo tipo di linguaggio, e in una lettera al marito scrisse:
Addio, ben mio. Keep well, my love.
Addio, ben mio. Stammi bene, amore mio.
Into your mouth your arse you’ll shove.
I wish you good night, my dear,
But first, shit in your bed and make it burst.
In bocca il c**o ti metterai.
Ti auguro la buona notte, mia caro,
ma prima, caga nel tuo letto e fallo rompere.
Quindi, in definitiva, possiamo supporre che quelle espressioni facessero parte dell’umorismo culturale dell’epoca e non qualcosa di limitato a Mozart stesso o al linguaggio colloquiale dei giovani.
In ogni caso, è strano come alcuni tabù fossero meno rigidi in passato rispetto ad oggi. Ed è così anche per alcune abitudini come fare la cacca insieme come succedeva nelle latrine romane, cosa che oggi è considerata vergognosa.
Non chiamatelo quindi Zozzart!
[1]Le traduzioni sono frutto della libertà creativa dell’autore.
Fonte Wikipedia