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Guy Laramée crea vulcani con la carta igienica

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Un’altra risposta artistica al lockdown

Guy Laramée, un artista di Montréal che utilizza dei libri come base per scolpire le sue opere, è stato ampiamente acclamato per i suoi lavori in cui scolpisce paesaggi all’interno delle pagine di libri rilegati, formando rappresentazioni naturali molto scenografiche e dettagliate.

L’esperienza del “lockdown” nel suo studio di Montréal, nel corso dei mesi, lo ha ispirato a utilizzare un nuovo mezzo: la carta igienica. Creati come un diario per la quarantena, “i diari coi vulcani di carta igienica” raccontano le paure del XXVI secolo. Usando gli stessi elementi, come i suoi caratteristici paesaggi a libro, Laramée ha impiegato dalle 6-8 ore al giorno per creare sculture fatte di normale carta igienica, ognuna meticolosamente scolpita e dipinta per rappresentare la forma di un vulcano.

“Dopo le prime ore del lockdown, anch’io mi sono trovato improvvisamente scosso dalla paura” così Laramée parla della sensazione di panico durante la pandemia.

“Ero nel mio studio, preso da diverse sensazioni riguardo la situazione. Improvvisamente ho visto l’immagine di un vulcano di carta igienica nella mia testa e sono scoppiato a ridere. Non avevo nessun rotolo a portata di mano, così ho dovuto rubarne uno dai bagni pubblici del palazzo. Sono corso fino allo studio e un’ora dopo avevo il primo esemplare. È successo tutto così in fretta, … Ho fatto una foto col mio telefono, l’ho postata su Facebook la sera stessa, e ho ricevuto un grande riscontro”.

Le sculture rappresentano dei vulcani in vari stati di attività: dalla vegetazione dormiente, alle colline, ai crateri fumosi fino al vero e proprio Vesuvio. Ogni lavoro è accompagnato da un titolo stile haiku che offre un elemento di contrasto alla scultura, creando così uno spazio per riflettere sulle ansie che la situazione attuale ha provocato.

“Sin dall’inizio, ho capito che questo diario sarebbe stato sugli stati d’animo, più che sulla realtà della pandemia” ha continuato Laramée.

“Mi colpisce ancora come la pandemia ha reso evidente la supremazia della quantità sulla qualità. Numero di infezioni, numero di ricoveri, numero di morti, …”.

La serie può essere interpretata da molteplici prospettive: come un memento mori, simboli di ansie imbrigliate che precedono la pandemia; oppure un’analogia dell’esplosiva creatività dell’artista sperimentata nel perseguire questo progetto quotidiano. Laramée intende continuare a lavorare alla serie durante tutta la durata del lockdown, la quale finora può essere vista nella sua interezza sul sito di Artnet.

Fonte designboom.com

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