Come i contenuti brevi e veloci riducono la nostra capacità di attenzione

La lettura veloce

Una volta c’erano gli ingredienti dei bagnoschiuma e degli shampo come forma di lettura veloce quando si era seduti in bagno, specialmente nei momenti in cui non si aveva a portata di mano una rivista o un libro.

Col passare degli anni, lo smartphone ha poi sostituito sempre di più le forme di lettura veloce, ma anche quelle più impegnative, soprattutto con l’avvento dei social.

Sfogliare il feed di Facebook o guardare un video di Youtube è diventato nel tempo, il modo in cui la maggior parte della gente ha iniziato ad intrattenersi nei momenti vuoti, che non sono solo quelli in bagno, ma anche quelli in cui siamo costretti ad aspettare, come quando si è in una sala d’attesa, in viaggio, aspettando un mezzo pubblico o mentre siamo seduti su una panchina ad esempio.

I momenti vuoti

Quei momenti vuoti una volta li si passava ad osservare il mondo circostante o a scambiare due parole con chi ci stava intorno. Ora sono invece la scusa per isolarsi dal contesto in cui ci si trova. Ovviamente, a volte è utile, anche perché possiamo impegnare tali momenti magari per imparare qualcosa, ma l’esagerazione ci ha portati ad un progressivo distaccamento dalla realtà, anche in momenti dove non è necessario.

Con l’avvento di TikTok c’è stato però un ulteriore passo “avanti” (tra virgolette) in questo senso. Il social cinese infatti offre contenuti più brevi di quelli a cui siamo stati abituati su un normale video di Youtube, assieme al fatto che non ci permette di scegliere cosa vedere. Questo rende l’utente quasi ipnotizzato dalla serie di video che visualizza e scorre con molta facilità, rendendo il cervello ancora più passivo rispetto a quando sta guardando un contenuto video più lungo e impegnativo, ma comunque scelto.

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TikTok e la soglia di attenzione

L’effetto è quasi lo stesso che abbiamo quando il cervello fa digressioni nei momenti in cui siamo immersi nei nostri pensieri, e da un pensiero ci colleghiamo ad un altro e ancora un altro fino a perdere completamente la coerenza con il primo, mentre la passività è simile a quando si guardano le televendite e/o reality dove si osserva poiché non c’è nulla da capire.

TikTok fa grosso modo la stessa cosa. Si parte da un video e i successivi non sono correlati, quindi scatta in noi la curiosità della novità ogni volta per poi esaurirsi velocemente: sia per via della brevità dei video, sia perché il video successivo non è correlato al precedente, ma anche perché nel tempo la nostra voglia di curiosare avendo un nuovo stimolo diventa un circolo vizioso.

Ovviamente l’algoritmo di TikTok capisce nel tempo cosa è preferibile farci vedere per catturare la nostra attenzione, ma mantenendo comunque una varietà e la non omogeneità dei contenuti. Tutto questo genera una sorta di assuefazione che porta ad un calo della soglia di attenzione anche in altri ambiti. Lo stimolo di breve piacere, ma continuo si riapplica quindi in contesti diversi come prendendo una pillola, come fosse una droga.

Sebbene brevi contenuti, anche al di fuori di TikTok, spesso e volentieri possano essere più facilmente memorizzati, poiché associati ad un particolare contesto, la ridondanza del metodo utilizzato come avviene su questo social, provoca altre ripercussioni come alcune patologie, specialmente sui più giovani, come stress, depressione fino ad arrivare alla manifestazione di tic nervosi.

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Le challenge

TikTok si è poi reso famoso per le sue famose challenge, ossia sfide in cui si cercava di invogliare gli utenti a produrre contenuti su una specifica tematica. Se inizialmente le prime sfide prevedevano semplici balletti e/o audio da riprodurre, gli stessi utenti per diventare virali hanno iniziato a lanciare challenge sempre più estreme come quelle in cui alcuni ingerivano farmaci per riprenderne gli effetti o quella in cui trattenevano il respiro fino a svenire. Sfide che in alcuni casi hanno fatto sì che molti utenti ci lasciassero le penne. E le vittime ovviamente sono sempre i più giovani.

Il tempo

TikTok ha man mano rubato sempre di più il nostro tempo di attenzione e se è questa la tendenza c’è da chiedersi se la soglia di attenzione andrà verso la velocità di un pensiero.

Bisogna quindi rendersi consapevoli della perdita di attenzione che si sta subendo e cercare di gestire meglio il proprio tempo. Molto meglio essere consapevoli delle cose che ci piacciono e cercarle volontariamente piuttosto che essere schiavi delle scelte di un algoritmo che ci trascina incessantemente tra uno stimolo e l’altro.