Fate attenzione ad usare le foglie come carta igienica
Nelle foreste pluviali dell’Australia orientale si trova uno dei peggiori incubi botanici del mondo: il Dendrocnide moroides, più comunemente chiamato albero pungente gigante australiano o la “carta igienica del diavolo”. Questo albero senza alcuna apparenza ha un pungiglione incredibilmente potente, emesso da appendici aghiformi sulle sue foglie e sulla sua corteccia.
L’intenso dolore causato dallo sfiorare la pianta pungente gigante è stato descritto come un incendio che si propaga rapidamente sulla zona colpita. Il dolore può durare settimane o mesi, e la puntura iniziale provoca un forte arrossamento, gonfiore e pulsazioni. Alcune anime sfortunate che hanno incontrato la pianta sono rimaste temporaneamente paralizzate o sono finite in ospedale.
Ma perché viene chiamata “carta igienica del diavolo”? Poiché usare le grandi foglie come carta igienica di fortuna nella boscaglia sarebbe una delle idee peggiori che si possano immaginare. Gli aghi con la punta di silice che ricoprono la pianta possono conficcarsi così profondamente nella pelle che il tentativo di rimuoverli spesso spezza le punte, peggiorando la ferita.
Il meccanismo di difesa unico dell’albero si è evoluto per allontanare gli animali che lo sfiorano. Le punte si comportano come aghi ipodermici in miniatura che rilasciano un potente cocktail di neurotossine quando penetrano nella carne. Il veleno provoca un’agonia tremenda, colpendo gli stessi recettori del dolore attivati dal peperoncino rosso o dagli spray di autodifesa.
La puntura iniziale, intensa e bruciante, può durare fino a diverse ore o addirittura un giorno intero. È stata descritta come un’eruzione cutanea molto forte, pulsante e con gonfiore. Dopo la puntura iniziale, la zona colpita può rimanere dolorosamente sensibile al freddo e al caldo per molti giorni o addirittura settimane. In alcuni casi, è stato riferito che il dolore intenso può durare per mesi o più di un anno dopo la puntura prima di attenuarsi completamente.
Esistono alcuni rimedi consigliati che possono dare un po’ di sollievo in caso di puntura di questa pianta:
- Rimuovere i peli/aghi residui. Rimuovere con cautela i peli/aghi ancora conficcati nella pelle utilizzando un nastro adesivo o una striscia di cera per la rimozione dei peli. Non cercate di estrarli per evitare di rompere le punte sotto la pelle.
- Applicare acido cloridrico diluito. L’applicazione di una soluzione diluita di acido cloridrico (come quella dell’acido gastrico) può aiutare a neutralizzare il veleno tossico del peduncolato.
- L’assunzione di antistaminici da banco come la fexofenadina o la loratadina può aiutare a ridurre l’infiammazione, il prurito e il gonfiore dovuti alla puntura.
- Usare la cera calda. L’applicazione di cera calda industriale o di un prodotto per la rimozione delle impurità può consentire alla resina di raffreddarsi e staccarsi, rimuovendo gli aghi/tossine intrappolati.
- Farmaci antidolorifici. In caso di dolore intenso e pulsante, possono essere necessari antinfiammatori da banco come l’ibuprofene o addirittura antidolorifici da prescrizione, soprattutto nei primi giorni.
- Creme anestetiche. Le pomate anestetiche topiche contenenti ingredienti come la lidocaina o la benzocaina possono intorpidire temporaneamente l’area.
È consigliabile rivolgersi a un medico, poiché in alcuni casi l’intensa puntura può causare anafilassi. La maggior parte dei rimedi casalinghi fornisce solo un sollievo parziale e a breve termine dall’immensa agonia inflitta dalle punture di questo albero.
Coyote Peterson, educatore della fauna selvatica e avventuriero noto per i suoi audaci incontri con varie creature e piante, si è offerto volontario per farsi pungere dalla ‘carta igienica del diavolo’ per sensibilizzare l’opinione pubblica sul dolore lancinante causato dalla sua puntura. L’esperienza di Peterson con questa pianta è stata documentata nel seguente video, in cui mostra gli effetti della puntura e fornisce informazioni preziose su come trattarla.