Congelare la cacca fino a -80°C sembra la soluzione per preservare il microbioma originale
Secondo i ricercatori della Harvard Medical School e del Brigham and Women’s Hospital di Boston, come spiegato in questo articolo, i campioni di feci conservati e congelati a -80°C potrebbero contenere la chiave per guarire le malattie in età avanzata.
La prova del legame tra intestino e salute del sistema immunitario è nella cacca. Nell’ultimo rapporto pubblicato su Trends in Molecular Medicine, i ricercatori hanno osservato che i cambiamenti del microbioma intestinale degli ultimi decenni sono correlati all’aumento dei tassi di malattie croniche come l’asma, le allergie, i problemi all’apparato digerente e il diabete di tipo 2.
Hanno quindi proposto di conservare campioni di feci giovani e sane, che includono tutti gli stessi microbi presenti nel rivestimento intestinale che potrebbero ringiovanire l’organismo.
“L’idea di ricostruire il microbioma umano è decollata negli ultimi anni ed è stata molto dibattuta da posizioni mediche, etiche ed evolutive”, ha dichiarato in una dichiarazione a ScienceDaily l’autore corrispondente Yang-Yu Liu, professore associato di medicina ad Harvard.
I ricercatori hanno proposto una tecnica in cui la materia fecale congelata decenni prima verrebbe scongelata e somministrata nuovamente allo stesso paziente. Il microbiota fecale viene trapiantato con una procedura nota come autologa (cioè prelevato dalla stessa persona a cui viene attualmente somministrato).
I ricercatori aggiungono che non è ancora chiaro se gli individui moderni trarrebbero qualche beneficio dal tornare indietro nel tempo con il proprio microbioma. Tuttavia, i trapianti fecali vengono già studiati e utilizzati in vari campi della medicina. Per esempio, un nuovo trattamento per il Clostridium difficile, che infetta ogni anno 500.000 americani e ne uccide circa 29.000, utilizza feci di donatori sani.
Il nuovo studio affronta alcune delle difficoltà pratiche associate alla conservazione delle feci per lunghi periodi di tempo, come i costi e le tecniche di conservazione.
“Come scienziati, il nostro compito è quello di fornire una soluzione scientifica che possa alla fine giovare al benessere umano”, ha spiegato Liu, riconoscendo la difficoltà economica di accesso per i pazienti. “Sviluppare un modello di business e una strategia di prezzo ragionevoli, in modo che la soluzione sia accessibile a tutti, richiederebbe la forza congiunta di imprenditori, scienziati e forse governi”.
Il direttore associato della Channing Division of Network Medicine del BWH e coautore dello studio Scott T. Weiss, professore di medicina ad Harvard, è convinto del potenziale del trattamento.
“I trapianti di microbiota fecale hanno il potenziale per curare malattie autoimmuni come l’asma, la sclerosi multipla, le malattie infiammatorie intestinali, il diabete, l’obesità e persino le malattie cardiache e l’invecchiamento”, ha dichiarato Weiss a ScienceDaily. “Speriamo che questo articolo spinga a sperimentare a lungo termine i trapianti autologhi di questo tipo per prevenire le malattie”.