Come si gestiva la cacca nel Medioevo?

A quel tempo non c’era un sistema fognario paragonabile a quello attuale, soprattutto nei castelli, e i gabinetti consistevano in una panca di legno con un buco al centro posto su una pietra dove la cacca cadeva per gravità verso una fossa; altri castelli invece scaricavano le feci direttamente in un fiume o da una scogliera. Perciò, i servizi igienici di allora erano più simili a una latrina prima che lo sciacquone venisse inventato nel 1596 e venisse standardizzato nel 1851.

La cacca accumulata nelle fosse doveva essere rimossa, per questo motivo nacque un nuovo lavoro durante il periodo dei Tudor, ossia i cosiddetti “uomini della notte”, chiamati così poiché lavoravano dalle 9 di sera alle 5 del mattino circa, svuotando i pozzi e portando via la materia fecale. Costoro erano anche chiamati gong farmers [lett. contadini del gong] dove gong deriva dall’inglese antico riferendosi sia alla materia fecale che per al luogo di deposito fecale che ha origine dal verbo going (andare) proprio come “andare in bagno”, poiché i contadini “raccoglievano” l’accumulo di mesi o addirittura anni dell'”andare” in bagno. Il loro lavoro consisteva nello spalare e raschiare vicino alle mura dei castelli per rimuovere la cacca anche detta “terra notturna”.

I contadini svuotavano il pozzo di un castello in media ogni due anni, ma si facevano pagare anche per occuparsi di gabinetti privati.

Mentre ad alcuni “uomini della notte” bastava un secchio e un partner, altri avevano bisogno di una carretta per trasportare tonnellate di rifiuti al confine della città.

Le latrine comuni all’esterno erano trattate allo stesso modo. Per evitare problemi di salute, i rifiuti in decomposizione dovevano essere rimossi e trasportati in discariche specifiche oltre i confini della città. I gabinetti privati richiedevano un’attenzione più frequente rispetto alle fosse destinate al castello, che potevano richiedere anche anni per essere riempite.

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L’operazione spesso richiedeva tre o quattro uomini, con uno che spalava le feci nei secchi, un altro che sollevava i secchi con una corda, e gli altri che trasportavano i carichi sul loro carretto. Poiché gli scoli medievali dei castelli fornivano un punto d’ingresso vulnerabile per gli eserciti invasori, a questi contadini era spesso richiesto di bloccare qualsiasi intruso, ove possibile.

I contadini erano spesso accompagnati da giovani praticanti poiché erano in grado di muoversi facilmente in questi luoghi stretti grazie alle loro dimensioni contenute e ai loro corpi agili. Il loro lavoro era anche quello di pulire gli scarichi che portavano alla fossa, oltre a pulire la fossa stessa.

A volte manufatti preziosi come i gioielli che cadevano in queste fosse saltavano fuori occasionalmente e rappresentavano una piacevole sorpresa dato il contesto. In più, i contadini si affidavano per lo più a veri e propri agricoltori che pagavano profumatamente per le feci, che servivano come ottimo fertilizzante naturale per i loro campi. Il lavoro, nonostante tutto, sembrava essere altamente ricompensato.

Per tutto il Medioevo, gli “uomini della notte” venivano pagati in molti modi. Due scellini (circa 80 euro oggi) era lo standard nel XV secolo, secondo gli archivi storici. In alcuni rapporti il pagamento veniva effettuato in libbre di cera di candela, mentre per lavorare per Elisabetta I si veniva ricompensati con del brandy.

A causa della loro mansione, i contadini erano costretti a vivere in certe zone appartate. Il lavoro era estenuante, e la mancanza di ventilazione in questi fossati non permetteva di riposarsi durante l’attività notturna.

A tale proposito, non possiamo dimenticare di ricordare la storia di Richard the Raker, uomo della notte, che morì nel 1325 perché cadde in un fossato e annegò durante il suo giorno libero.

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Tempo dopo arrivò poi l’innovazione che liberò gli uomini della notte da questo lavoro sgradevole, grazie agli impianti idraulici interni che si diffusero in tutto il mondo a metà del 1800.

Fonte allthatsinteresting.com