bagno

I cessi medievali all’interno dei castelli

Un concetto primitivo dei nostri bagni odierni

I cessi medievali erano chiamati latrine, ma anche privé (privy in inglese) o garderobe come eufemismo. Altri nomi erano: “camera privata”, ma anche necessarium. Il termine garderobe in seguito è diventato sinonimo di guardaroba in francese e il suo significato originale era dovuto allo spazio occupato, che nei gabinetti dei castelli non era mai così ampio. Il gabinetto medievale era fondamentalmente primitivo, ad eccezione di quelli dei castelli, dove c’era un po’ più di comodità, ma anche privacy, oltre ad uno smaltimento dei rifiuti un po’ più efficiente. I bagni dei castelli sono ancora facilmente identificabili perché sporgono dai muri esterni.

I gabinetti erano di solito costruiti nei muri in modo da sporgere su mensole, così i liquami potevano cadere di sotto nel fossato del castello. A volte, i rifiuti finivano direttamente in un fiume, mentre in alcuni castelli invece, c’erano dei pozzi appositi che riversavano direttamente nel cortile interno o esterno, altri ancora si affacciavano direttamente su una parete rocciosa.

Il pozzo sporgente di pietra che componeva il gabinetto era sostenuto dal basso o poteva trovarsi nel collegamento tra una torre e un muro. Alcuni pozzi di scarico erano corti, mentre altri arrivavano quasi a terra. In quest’ultimo caso, ciò poteva rivelarsi una disposizione pericolosa in caso di assedio del castello.

Un altro design era costituito da file di servizi igienici sul muro esterno dove i pozzi defluivano i rifiuti allo stesso punto di raccolta. C’erano anche bagni in edifici al piano terra e questi, per scaricare, avevano canali di drenaggio in pietra. I rifiuti provenienti da questi punti di raccolta, o dal fossato in generale, erano probabilmente raccolti dagli agricoltori locali per essere riutilizzati come fertilizzante. Quando i castelli divennero successivamente più grandi e più confortevoli, a partire dal XIV secolo d.C., il numero di servizi aumentò di conseguenza.

Dall’interno, il gabinetto si trovava in una nicchia o dentro una camera murale. Un passaggio breve e stretto a volte portava a un bagno, spesso con una curva ad angolo retto per una maggiore privacy. Coppie di gabinetti, separate da un muro, non erano rare e spesso avevano in comune lo stesso cunicolo di scarico. La camera del padrone del castello e del sacerdote aveva solitamente un gabinetto privato, compreso un vaso da notte se necessario, quest’ultimo era un accessorio che tutti possedevano.

Il sedile del gabinetto era costituito da un asse di legno che copriva il foro del pozzo nella muratura. Il legno era di solito tagliato con un’apertura rettangolare o a buco di serratura. Come carta igienica si usava fieno, erba o anche muschio. Tuttavia, questi bagni erano anche un luogo pericoloso poiché il fieno poteva prendere fuoco o le persone potevano cadere direttamente nel pozzo.

Inoltre, alcuni gabinetti avevano una finestra per far entrare aria fresca, che per la stessa ragione non era chiusa come le altre del castello. Il pavimento poteva essere cosparso di giunchi, erbe aromatiche e fiori per allontanare i parassiti e garantire un profumo più piacevole. Le pareti erano a volte imbiancate con uno strato di intonaco di calce che massimizzava la luce proveniente dalla piccola finestra e eliminava i batteri.

I gabinetti venivano puliti, o con un semplice secchio d’acqua gettato nel pozzo o deviando l’acqua di scarico dai lavandini della cucina. Più raramente veniva utilizzata l’acqua piovana dalle grondaie sopra il gabinetto che poteva anche essere raccolta in una cisterna per poi essere periodicamente aperta per sciacquare il pozzo del gabinetto. A causa della puzza, non era raro appendere i vestiti vicino alle latrine affinché i fumi dell’ammoniaca aiutassero ad uccidere i parassiti.

Infine, c’erano anche gli orinatoi: erano buchi triangolari costruiti in alcuni muri delle torri, in modo che i guardiani non dovessero lasciare il loro posto per molto tempo.

A quanto pare, il concetto di privacy e pudore è venuto fuori proprio dai bagni nobili mentre la gente comune usava i bagni in comunità senza problemi, anzi, era anche un’occasione di socialità.

Fonte ancient.eu

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