bagno

Il gabinetto tecnologico che ti identifica tramite la forma dell’ano

L'”impronta anale” permetterà di identificare le persone

I ricercatori dell’università di Stanford hanno realizzato un prototipo di gabinetto smart che riesce a identificare le persone tramite la loro “impronta anale” riuscendo così a riconoscere chi si siede sulla tazza. Il sanitario in questione è dotato di videocamere e sensori in grado di raccogliere informazioni sulle funzioni corporee e individuare se ci sono problemi di salute.

L’idea dell’impronta anale è partita da Salvador Dalì, il quale aveva scoperto che l’ano possiede 35 o 37 grinze che sono uniche, come le impronte digitali. Il prototipo realizzato è modulare e può essere installato nei gabinetti più comuni. Esso utilizza un Raspberry Pi per funzionare, che è poi collegato ad una videocamera che riesce a catturare l’impronta anale di ogni persona quando ci si siede, in modo tale da sapere che i dati appartengono alla stessa persona.

All’interno della tazza ci sono delle videocamere per catturare le immagini della persona e delle sue deiezioni, un sensore di movimento per catturare il flusso di urina, e un sensore di tipo medico per analizzare cosa c’è all’interno degli escrementi. Per meglio distinguere un individuo, è stato anche aggiunto uno scanner di impronte digitali sulla levetta dello sciacquone.

Durante i primi studi, questo gabinetto smart ha raccolto campioni di urine ed escrementi. In questo modo, i ricercatori sono stati in grado di creare un algoritmo per determinare l'”urodinamica”, ossia la portata, la grandezza e il tempo del flusso delle urine di ogni partecipante, per poi comparare questi dati assieme per vedere se c’era uno schema comune tra le deiezioni dei corpi sani e quelli non. Questo gabinetto è dotato di diversi moduli che permettono di misurare alcune caratteristiche molecolari delle urine, come: la conta dei globuli bianchi e i livelli di proteine, che possono indicare se c’è un’infezione alla vescica.

Gli escrementi dei partecipanti sono poi stati classificati usando la Scala di Bristol che classifica le feci in 7 classi dalla più dura alla più liquida. Questo assieme al tempo totale di defecazione. Il primo prototipo di questi gabinetti riesce a stabilire se c’è costipazione e infezioni, ma lo scopo finale è quello di riuscire a identificare problemi più gravi come il cancro al colon. Dopo che l’individuo ha terminato di stare al bagno, i dati e le immagini sono immagazzinate e criptate in un server cloud che mantiene le informazioni private.

L’intenzione di questi gabinetti smart non è quella di rimpiazzare un medico od ottenere diagnosi ufficiali, ma è quella di monitorare i rifiuti corporei, identificare tutto ciò che è fuori dalla norma, e inviarlo al proprio medico per aiutarlo ad individuare un problema di salute prima che diventi grave. Il team di ricerca spera che il secondo prototipo sia disponibile già entro fine anno. Si augurano inoltre, che il prossimo gabinetto riesca ad individuare il DNA di un tumore oltre ai virus RNA, per aiutarli a tenere traccia della diffusione di malattie come il nuovo coronavirus. Tuttavia, questa funziona è solo in elenco, ma non ancora implementata.

Il team di ricerca è attualmente focalizzato sull’avere più partecipanti allo studio, creando un nuovo prototipo che sia dotato di sempre più tecnologie, per avere dati sempre più accurati, e renderli funzionali non solo per utenti maschi. Data l’angolazione della videocamere (GoPro), questi gabinetti riescono a filmare anche i genitali femminili oltre alla regione anale, è questo il motivo principale per la quale sono stati usati solo partecipanti maschi al momento.

Da quanto questi gabinetti sono costruiti come aggiunta ai bagni standard, la tecnologia costerebbe dai €270 ai €540 quando verrà messa in produzione.

L’idea di un bagno così non è tuttavia nuova, ed è stata oggetto di discussione da tempo in campo medico. Ciononostante, tutto ciò ci mette davanti a eventuali problemi di privacy. Il team di ricerca ha quindi creato un sondaggio ai residenti della Bay Area di San Francisco scoprendo che i partecipanti che possiedono dispositivi smart come Amazon Alexa sono più favorevoli nell’avere un gabinetto del genere. Ovviamente il salto è molto più ampio se si pensa ad un gabinetto dotato di illuminazione e in grado di riprodurre musica, rispetto ad uno che conosce la tua impronta anale.

Fonte theverge.com

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