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Una “falsa” società parallela

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La verità sempre più indecifrabile con le nuove tecnologie

Dov’è la verità? Forse è la fuori, come diceva l’agente Mulder nella serie X-Files, ma rimane comunque sempre più difficile da cogliere.

Siamo stati abituati che la verità venisse da giornali e TV, ma col tempo le cose sono cambiate. Con l’avvento di internet tutto è stato sempre di più messo in discussione, soprattutto con l’arrivo dei social.

Internet mette tutti sullo stesso piano, esperti e non, grandi e piccoli, un grande minestrone in cui non solo tutti dicono la loro, ma diffondono anche informazioni la cui veridicità molto spesso viene ritenuta tale solo perché appare più convincente, o perché aizza gli istinti più bassi.

Non è però solo quello il motivo della diffusione di diverse verità: non c’è solo chi ingenuamente vuole diffondere un’informazione che crede vera, c’è chi lo fa anche perché certe notizie attirano maggiormente il pubblico e quindi più visualizzazioni e clic. La conseguenza di ciò è un diffondersi di notizie, magari ritenute false dallo stesso divulgatore, che quindi in malafede influenza notevolmente le opinioni delle persone che solitamente accettano la prima informazione che gli si presenta davanti in modo acritico. Il problema è che i lettori questo spesso non lo sanno, e una falsa verità diffusa in malafede diventa per loro una verità ufficiale, raccontata a loro volta ad altri.

Poi ci sono quelli che diffondono le loro verità solo al fine di influenzare l’opinione pubblica. Quindi non sono solo in malafede, ma hanno l’obiettivo di creare una falsa realtà per ottenere consenso proprio o altrui, e solitamente avviene per fini politici.

Di fronte a tutto ciò risulta difficile decifrare la realtà. Come è possibile stabilire cosa sia attendibile e cosa no? Difficile dirlo, soprattutto quando tra noi e la realtà vi sono innumerevoli filtri come: TV, giornali, articoli sul web che puntano sempre più ad istigare e sempre meno ad informare: perciò l’ufficialità non è più sinonimo di certezza della verità.

Più canali ci sono tra noi e la fonte, maggiore è il rischio di manipolazione del messaggio. È un po’ come quando da piccoli giocavamo al gioco del telefono: gioco in cui si suggeriva una parola nell’orecchio di un amico che doveva a sua volta sussurrarla a quello successivo, fino all’ultimo che doveva dire ad alta voce la parola sentita, col risultato di ottenere spesso e volentieri una parola totalmente stravolta rispetto a quella inizialmente suggerita.

Qui è uguale, con l’aggravante che la manipolazione del messaggio non è dovuta alla scarsità del mezzo, ma proprio alla volontà di distorcerlo per scopi diversi. Non cadiamo però nella tentazione di pensare che tutto ciò che viene detto in TV e giornali sia falso, mentre ciò che corre sul web sia vero o viceversa; ma ovviamente va compresa l’intenzione che c’è dietro. Quali sono gli interessi nel dire una cosa piuttosto che un’altra? L’attendibilità va ricercata quindi sempre di più nell’affidabilità della persona che la divulga piuttosto che dal mezzo.

Oggi però c’è di più, la tecnologia sta dando una mano a chi vuole manipolare la realtà attraverso la distorsione anche dei canali per noi più affidabili: la vista e l’udito, creando così una sorta di realtà parallela, oltre che fasulla, una cosiddetta fake society.

Le odierne tecnologie come i Deepfake sono in grado di sostituire o manipolare le movenze delle persone in un video. E grazie anche ai più recenti algoritmi che permettono di clonare la voce umana, è possibile creare un video in cui una persona non solo fa cose mai fatte, ma dice anche cose mai dette.

I Deepfake sono il risultato dell’uso sempre più massiccio che si sta facendo dell’Intelligenza Artificiale e delle reti neurali per eseguire combinazioni di calcoli sempre più accurate. Grazie a ciò, è possibile usare un video campione il quale istruirà l’Intelligenza Artificiale su come adattarsi al video sul quale si vuole applicare il nuovo volto. Ed è così che possiamo far muovere ad esempio un attore famoso, un politico, ecc, con le nostre movenze o viceversa.

Tutto ciò ci pone davanti un nuovo filtro, dato che prima ritenevamo il video di qualcuno che parla o fa qualcosa, una fonte attendibile quasi al 100%, ora dovremo dubitare anche di questo mezzo.

Se tutto ciò porta ad innumerevoli risorse per il mondo del cinema, può diventare un problema serio se usato per manipolare la realtà al fine di influenzare l’opinione pubblica o, nei casi peggiori, per realizzare prove di crimini mai avvenuti, ma anche per rovinare la reputazione o rubare dati personali.

Oltre a questo, ci sono anche algoritmi di l’Intelligenza Artificiale con la capacità di imitare la voce umana. Un esempio è Google Duplex che in un test è stata in grado di fare telefonate per prendere appuntamenti senza dare l’idea di essere una voce artificiale.

Ancora più preoccupante è quando con la nostra voce vengono pronunciate frasi mai dette. È ciò a cui lavora l’azienda Lyrebird il cui algoritmo permette di clonare una voce dando in pasto alla loro Intelligenza Artificiale pochi minuti di una voce campione.

Quindi da una parte ci ritroveremo la possibilità di manipolare video esistenti a nostro piacimento, ma anche quella di crearne di nuovi con le persone che vogliamo come protagoniste.

Inoltre, si potranno creare veri e propri avatar artificiali dotati di proprio aspetto e voce, indistinguibili da un essere umano reale. Ne è un esempio il progetto Neon realizzato da Samsung, dove avatar digitali utilizzano movimenti naturali sempre grazie all’Intelligenza Artificiale.

Di fronte a tutto questo, come si corre ai ripari?

Innanzi tutto sapendolo! Se si è a conoscenza di questa possibilità, si avrà un atteggiamento più critico anche di fronte un video.

In più, si stanno studiando delle contromosse per cercare di evitare che questa tecnologia abbia gravi ripercussioni negative. Così, da una parte si sta elaborando una via legale; facendo leggi contro chi manipola la realtà, ma allo stesso tempo un metodo per capire se una ripresa o foto è stata manipolata, possibile attraverso la presenza di certificati digitali che lascino un’impronta all’interno dei file originali in modo da distinguerli da quelli contraffatti. Anche l’uso della blockchain potrebbe essere una soluzione, non per sapere distinguere il vero dal falso, ma per poter facilmente rintracciare la fonte originale. Inoltre, si potrebbe ricorrere all’Intelligenza Artificiale stessa per cercare di analizzare e scoprire un video manipolato da uno autentico.

Al di là di questi casi estremi, una persona come può comprendere davvero qual è la verità?

Difficile dare una risposta esaustiva. La verità non è in un unico posto o facilmente identificabile. Gli innumerevoli mezzi hanno reso le informazioni alla portata di tutti, e questo aspetto democratico in cui si palesa la verità, sposta la responsabilità molto più verso chi riceve le informazioni piuttosto su chi le dà. Sta quindi a noi essere critici e non fanatici, ma neanche ipercritici. Insomma, bisogna tenere la mente aperta a tutte le possibilità, ma senza lasciarsi convincere da tutto ciò che leggiamo. Dobbiamo quindi assumere una doppia visione delle cose, imparare a metterci da entrambi i lati e immaginare i diversi punti di vista traendo le nostre conclusioni senza però cercare di credere solo a quello che ci fa più comodo, ma piuttosto essendo curiosi.

Non si può essere certi di nulla, ma l’onesta intellettuale di chi parla, le sue intenzioni e una buona dose di empatia personale possono fare molto per capire cosa abbiamo davanti.

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