IA ed eccitazione

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sexy bots vs sexy humans

Come la semplice percezione dell’artificialità influisce sulla risposta sessuale

Mentre l’IA diventa sempre più simile agli esseri umani, gli imprenditori stanno già approfittando della semplicità con cui è possibile creare un chatbot sexy per accaparrarsi gli utenti arrapati di Internet. In un recente concorso di bellezza sull’IA, gli utenti della comunità web che si diletta con l’IA si sono riuniti per votare la loro modella preferita creata digitalmente. Il vincitore, che si dà il caso sia il creatore dell’attraente bot, si è portato a casa più di 20.000 dollari.

Nel frattempo, i ricercatori sono sempre più interessati al modo in cui gli esseri umani vedono le persone create artificialmente e se questo aspetto influenzi il comportamento umano.

Come riportato qui, un gruppo di ricercatori finlandesi e italiani ha voluto vedere come reagiamo alle immagini create dall’intelligenza artificiale per indurre il desiderio sessuale. Hanno ipotizzato che le persone sarebbero state meno eccitate se avessero pensato che l’immagine fosse un avatar. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cognition and Emotion.

“In particolare, volevamo rispondere alla domanda: le immagini considerate generate artificialmente sono in grado di suscitare lo stesso livello di eccitazione di quelle reali, o queste ultime mantengono un vantaggio in tal senso?”, hanno chiesto gli autori dello studio Alessandro Demichelis e Alessandro Ansani in una dichiarazione congiunta a PsyPost.

I ricercatori hanno utilizzato immagini di uomini e donne attraenti, tutte persone reali, in lingerie o in costume da bagno in due esperimenti. In un esperimento, ai partecipanti è stato chiesto di determinare se ogni fotografia fosse o meno generata da un’intelligenza artificiale dopo aver valutato il loro livello di eccitazione. Le stesse immagini sono state utilizzate in un esperimento successivo, ma questa volta erano chiaramente indicate come vere o false.

Per gli uomini e le donne eterosessuali che hanno partecipato allo studio, entrambe le prove hanno confermato l’ipotesi dei ricercatori secondo cui l’eccitazione sessuale è significativamente influenzata dalla percezione dell’autenticità. Ma hanno anche scoperto che gli uomini si eccitano più facilmente alle immagini false rispetto alle donne.

“I nostri risultati supportano l’idea che le foto considerate artificiali siano meno eccitanti di quelle considerate reali, ma abbiamo scoperto che le immagini presumibilmente false sono ancora in grado di generare eccitazione, soprattutto negli uomini, solo in misura inferiore”, hanno spiegato Demichelis e Ansani.

Secondo gli autori, i risultati forniscono indicazioni preziose su come le persone interagiscono con i contenuti digitali.

“Le immagini generate dall’intelligenza artificiale sono destinate a rimanere e, come ogni progresso tecnologico, offrono sia opportunità che pericoli”, hanno dichiarato a PsyPost. “Nell’ambito dell’eccitazione sessuale, i nostri risultati suggeriscono che non sostituiranno il mondo ‘reale’, poiché la semplice convinzione che un’immagine sia generata dall’IA (anche quando non lo è) è sufficiente a ridurre l’eccitazione”. In altre parole, sembra che abbiamo (ancora?) una forte preferenza per l’umanità rispetto all’artificialità, anche quando quest’ultima è solo presunta”.

Le ricerche future dovrebbero esaminare una più ampia varietà di stimoli sessuali, compresi contenuti ancora più espliciti, e se le persone attratte dallo stesso sesso sono altrettanto consapevoli dell’autenticità. Un’ulteriore complessità della risposta umana all’eccitazione può essere aggiunta da dati fisiologici come la sensibilità della pelle e la frequenza cardiaca.

Demichelis e Ansani intendono anche confrontare fotografie autentiche e fotografie realmente false in uno studio simile. “Ipotizziamo che l’effetto riscontrato nel nostro studio possa addirittura aumentare, consolidando la forza delle nostre affermazioni”, hanno dichiarato.

I risultati sottolineano la fondamentale preferenza umana per l’autenticità, suggerendo che, nonostante le notevoli capacità dell’intelligenza artificiale, i contenuti generati dall’uomo mantengono una qualità intangibile che non può essere facilmente replicata. La sottile ma significativa riduzione dell’eccitazione quando i partecipanti ritenevano che un’immagine fosse stata creata artificialmente indica un meccanismo psicologico più profondo, una sorta di filtro di autenticità che opera al di sotto della percezione cosciente.

Inoltre, le differenze di genere osservate nello studio suggeriscono i modi intricati in cui la percezione tecnologica potrebbe interagire con la risposta sessuale. La reazione più ricettiva dei partecipanti maschi alle immagini generate dall’intelligenza artificiale suggerisce potenziali variazioni nel modo in cui i diversi generi elaborano e rispondono alle rappresentazioni artificiali.

Per il futuro, questa ricerca serve a ricordare che l’innovazione tecnologica non sostituisce automaticamente l’esperienza umana. Mentre l’intelligenza artificiale continua a spingere i confini della creazione e della rappresentazione, rimane profondamente radicato nell’uomo il desiderio di una connessione genuina e non costruita. La sfida per lo sviluppo tecnologico futuro potrebbe non essere quella di creare simulazioni perfette, ma di comprendere e rispettare le esperienze sfumate e autentiche che definiscono l’interazione umana.