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Terminator e il cinema anni ’80-’90

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Un classico della fantascienza ancora intramontabile

Terminator

Sono passati ormai 35 anni da quando James Cameron, agli albori della sua carriera, sfornò un capolavoro della fantascienza divenuto poi un cult. Eppure in quegli anni Cameron non se la passava poi così bene, ma in un momento travagliato della sua vita fu proprio un sogno a salvarlo. Fu infatti proprio il risultato di una notte inquieta, ciò che diede origine allo sviluppo della sceneggiatura di Terminator. Nel suo sogno, o forse meglio dire incubo, il regista aveva visto proprio una scena significativa del film che oggi ben conosciamo: uno scheletro metallico che si trascina a terra. Da quell’immagine ha poi costruito tutta la storia del film.

Un cyborg viene mandato indietro nel tempo da una futura intelligenza artificiale che devasterà l’umanità in una guerra tra umani e macchine. Il destino dell’uomo è nelle mani di John Connor, il leader della futura resistenza che guiderà gli umani a sovrastare le macchine. Per Skynet, la futura intelligenza artificiale, è necessario eliminare John Connor alla radice uccidendo sua madre: Sarah Connor. Allo stesso tempo, a protezione della donna, viene mandato un uomo di John Connor dal futuro: Kyle Reese. Il film prosegue con il continuo inseguimento della donna da parte del Terminator che cercherà in tutti i modi di eliminarla, o meglio “terminarla”. La donna, assieme a Kyle Reese farà di tutto per sfuggire e cercare di salvarsi dall’inarrestabile cyborg.

La trama, anche se semplice e lineare, si porta dietro tutta una serie di elementi che non lo rendono un film di fantascienza classico, ma una sorta di intreccio con il genere horror. In esso, c’è tutto il dramma dell’essere perseguitati da qualcosa che mai si fermerà e che non si è in grado di fermare; ma anche la consapevolezza di non essere mai al sicuro: un incubo perpetuo. E poi c’è la fantascienza, i paradossi temporali, l’azione nella continua lotta tra uomo e macchina, ma anche un pizzico di sentimento se vogliamo. Un mix di elementi che non possono che far amare il film tutt’oggi, poiché anche i temi trattati sono tutt’ora vivi, oltre ad essere stati ben rappresentati.

Gli effetti speciali sono ancora spettacolari, ma d’altronde il paradosso è anche in questo: da quando la CGI ha preso il sopravvento sugli effetti speciali, il risultato è stato che molto spesso quelli del passato risultino più realistici di quelli odierni. Ai tempi, è stato costruito un animatronic con la testa di Arnold Schwarzenegger per girare la scena in cui il Terminator si asporta l’occhio rivelandone la sua natura bionica. E per rappresentare lo scheletro metallico del cyborg in movimento, si è utilizzata la tecnica dello stop motion in modo molto accurato. Oggi, molto probabilmente si realizzerebbe il tutto con la CGI poiché meno costoso.

Anche la colonna sonora non va sottovalutata. Brad Fiedel ci porta verso un’atmosfera di fantascienza, ma non troppo: non c’è un utilizzo di strumenti elettronici, ma sono per lo più i suoni classici a darci l’idea di futuro, un futuro visto dagli anni ’80. La musica sembra ci voglia far rallentare per osservare il mondo, quasi fossimo in un deserto avvolti dal caldo torrido fermi ad osservare ciò che ci circonda, ma se vogliamo può anche essere il caldo artificiale che proviene dalla città. Il tutto è intervallato da suoni freddi e ritmati come di un cuore artificiale che rompono l’atmosfera lenta come il volerci riportare sull’attenti all’arrivo di una minaccia imminente.

Nonostante Arnold Schwarzenegger non fu la prima scelta per il film, la sua interpretazione rimane degna di nota; agevolata dalle sue fattezze e anche dal fatto che il personaggio non richiedesse particolari doti recitative. Difatti le battute del terminator sono ridotte all’osso, seppur siano diventate poi dei cult nel corso del tempo.

Michael Biehn che interpreta Kyle Reese, un soldato di John Connor, è un suo uomo fedele e decide di sacrificarsi per la causa, andando indietro dal futuro, sapendo che non potrà mai tornare a casa. Per la sua missione è spinto anche dall’amore verso Sarah, conosciuta ancora prima attraverso i racconti di John, di cui paradossalmente ne sarà il padre. Kyle rappresenta l’unico anello di congiunzione tra presente e futuro, ma anche per Sarah, l’unica fonte di informazioni per capire le dinamiche di ciò che sta accadendo.

Linda Hemilton nell’interpretare Sarah Connor è una ragazza senza doti particolari, con una vita semplice e neanche troppo esaltante. L’incontro con Kyle Reese darà però una svolta alla sua vita: da apparente e innocua ragazza, sarà destinata a formare il suo futuro figlio per combattere una guerra contro le macchine. È così che un cambiamento improvviso, arriva senza preavviso, e scombina completamente la vita della protagonista. Inoltre, dovrà convivere con la consapevolezza di non essere creduta. Kyle sarà l’unica spalla in questa nuova prospettiva di mondo, ma purtroppo sarà una strada che sarà destinata a percorrere da sola.

Il paradosso temporale che tiene insieme il film è senz’altro affascinante, come lo sono sempre i viaggi nel tempo e le loro conseguenze. In questo caso è curioso il fatto che Skynet mandi indietro nel tempo un terminator per eliminare la madre di John Connor, ma proprio questo fatto sarà la causa scatenante che lo farà nascere.

Ancora una volta gli anni ’80/’90 si fanno sentire, anche al giorno d’oggi. Ma perché è così? È solo un rimpiangere un’epoca o c’è qualcosa di più? Da una parte è sicuramente così: alcuni film della nostra infanzia ci richiamano certi periodi della nostra vita che guardiamo con nostalgia, ma non è tutto qui. Essi lasciano qualcosa, ed è un qualcosa che attraversa gli anni e arriva intatto fino ad oggi: un sentimento. Probabilmente capita che quando si scrive una storia che si vuole raccontare, piuttosto che incontrare solamente i gusti del pubblico, quello che l’autore\regista vuole comunicare arriva, e va oltre la storia stessa.

Le tematiche affrontate sono ancora vive e vegete nello spettatore. Si parla di futuro e di destino. Un futuro che potrebbe essere segnato negativamente, ma anche un presente che viene sconvolto da una nuova minaccia: sia essa un inarrestabile “incubo” da cui non si sa come salvarsi; siano nuove informazioni sconvolgenti difficili da accettare. Inoltre c’è anche il tema del cambiamento: la protagonista farà un’evoluzione e diventerà quasi un’altra persona come vedremo nel seguito.

Il film si chiude con Sarah che se ne va in macchina, andando verso un temporale: una metafora di ciò che dovrà affrontare nel suo futuro senza sapere come potrà superarle.

Terminator 2 – Il giorno del giudizio

La storia di Terminator avrebbe potuto benissimo concludersi con il primo capitolo, ma ben 7 anni dopo dal primo film, James Cameron ritorna ad occuparsi della sua creatura. Quello che succede è però qualcosa di curioso: per molti, questo secondo capitolo, riesce a superare di molto il primo film. Quello che succede è un vero e proprio ribaltamento della storia narrata precedentemente, pur rimanendo coerente con la trama generale.

A quanto pare il pericolo della guerra fra uomo e macchine non è stato scongiurato, ma solo posticipato. Un nuovo terminator viene quindi mandato indietro nel tempo da Skynet, ma questa volta è molto più avanzato e capace di modificare la sua struttura per trasformarsi in qualunque cosa tocchi, oltre alla capacità di liquefarsi e ricomporsi a suo piacimento. Il suo obiettivo è questa volta il piccolo John Connor che ancora ragazzino è stato affidato ad una famiglia adottiva poiché la madre (Sarah Connor) è stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico perché creduta pazza dopo i suoi racconti sul futuro dell’umanità. Allo stesso tempo, viene mandato da John stesso del futuro un terminator per proteggere sé stesso più giovane. Il terminator in questione è un T-800 che nel film precedente era il nemico. In questo modo, anche Schwarzenegger torna a rivestire i panni del terminator.

Sarah Connor, rinchiusa in un ospedale psichiatrico, è profondamente cambiata. Non è più la ragazza innocente e tranquilla che abbiamo imparato a conoscere nel precedente film. Ora è molto più aggressiva e ribelle. In questo capitolo la vediamo maneggiare armi e non farsi scrupoli nell’aggredire e nello sparare, anche persone innocenti. Ritorna quindi il tema del cambiamento: le persone cambiano inaspettatamente, non solo gli eventi, e in modi che non avresti mai immaginato. Ed era proprio Sarah stessa a non riuscire a capacitarsi di come sarebbe potuta diventare. Quando parlando con Kyle che le descrive il futuro, lei non si spiega come potrà addestrare suo figlio a fare cose che ella stessa non immagina che saprà fare.

Anche il T-800 è cambiato, seppure in modo diverso: è un nuovo cyborg, ma con le fattezze del precedente. Questa volta però, sarà dalla parte di Sarah e John. Ed è qui uno dei motivi che fa preferire il secondo film al primo: non c’è più solo la fantascienza, la fuga da una minaccia, ma anche il rapporto fra il Terminator e John, dal quale sembra imparare gli aspetti umani. Il loro legame è quindi qualcosa che lascia il segno in questa nuova avventura, mentre nel capitolo precedente manca questo aspetto: il tutto è più cupo e freddo. La cosa rende però i due capitoli indispensabili per cogliere appieno i diversi aspetti della vicenda.

Il T-1000, ossia il nuovo terminator, è interpretato da Robert Patrick che si presenta come una macchina ancora più letale ed avanzata. Per realizzare gli effetti per questo nuovo terminator, si è dovuto ricorrere alla CGI che rimane ancora oggi degna di nota per i tempi. Inoltre, gli effetti visivi sono utilizzati solo laddove non sia possibile ottenere lo stesso effetto con gli effetti speciali. Questa è un’altra differenza con l’attuale tendenza di fare di tutto con la CGI per risparmiare sui costi.

Nel finale, anche questa volta la guerra sembra scongiurata, nonostante gli adii.

I primi due capitoli sono quindi un connubio che ci porta ad affrontare la storia cogliendo aspetti differenti, così come il cambiamento degli eventi e dei personaggi, soprattutto della protagonista, sembra qualcosa di inevitabile.

Terminator 3 – Le macchine ribelli

Siamo nel 2003, alla regia non c’è più James Cameron, ma abbiamo un proseguo della storia che a molti non è piaciuta troppo. Ovviamente il nuovo capitolo non regge il confronto con i due precedenti, ma rimane un film godibile, anche se non può essere coinvolgente come i predecessori. Non mancano i riferimenti ai capitoli precedenti, ma rimane comunque un film interessante, con un finale forse inaspettato.

Ancora una volta la guerra nucleare è stata rimandata e non può essere fermata. Un altro terminator viene mandato indietro nel tempo per proteggere non solo John Connor, ma la sua futura moglie. Dopo la morte della madre Sarah, John vive ancora con la paura di una guerra nucleare mai verificatasi. Il terminator è sempre nelle vesti di Schwarzenegger, anche se leggermente potenziato: passando da T-800 a T-850. Questa volta il nuovo nemico da affrontare è una Terminatrix, ossia un terminator femmina. Il nuovo cyborg è più avanzato del precedente, con lo scopo di eliminare Kate (amica d’infanzia di John e futura moglie). Skynet sta per essere lanciata come sistema di difesa, e da lì a poco scatenerà una guerra nucleare contro l’umanità.

Questa volta solo Arnold Schwarzenegger torna nel suo personaggio, mentre John Connor non è più interpretato da Edward Furlong, cosa che potrebbe far storcere il naso per la continuità della storia. Nonostante ciò, è comunque un film d’azione godibile, da cui però molti fan si aspettavano di più, a ragione del fatto che sarebbe dovuta essere la conclusione della saga.

Terminator Salvation

La vicenda si apre prima dell’esecuzione di un detenuto di nome Marcus, anni prima dell’inizio della guerra. Il tale però riceve una seconda occasione potendo donare il suo corpo alla scienza. Qualche anno più avanti, siamo nel mezzo della guerra fra uomini e macchine, nel futuro tanto profetizzato nei capitoli precedenti. John riesce ad attaccare una delle basi di Skynet, scoprendo che vi sono alcuni prigionieri utilizzati per la sperimentazione di nuovi terminator che usano tessuto umano. Marcus scappa dalla base dove era rinchiuso ed incontra Kyle Reese che gli racconta cosa sta succedendo. Nel frattempo Kyle viene rapito. Quando John incontra Marcus, scoprirà che si tratta di un nuovo modello di cyborg e vorrebbe ucciderlo. Blair che fa parte della resistenza di John, lo libera perché le aveva salvato la vita precedentemente. Durante un attacco di Skynet contro John, Marcus lo salva, così egli lo risparmia a patto che lo conduca alla base di Skynet per salvare Kyle. Nel frattempo, la Resistenza sembra aver trovato un’arma per sconfiggere le macchine: un’onda radio ad una particolare frequenza. Purtroppo essa si rivelerà una trappola che porterà John a scontrarsi con il T-800. Marcus inconsapevolmente era stato reso un cyborg infiltrato da parte di Skynet per poter attaccare il luogo della Resistenza e condurre John nelle linee nemiche.

Questo è senza dubbio uno dei capitoli più alternativi rispetto a ciò che eravamo abituati a vedere. Nonostante possa essere un film apprezzabile, sembra totalmente staccato dagli altri del filone: non c’è più la paura del futuro, ci siamo dentro con tutte le sue insidie. Inoltre, il film non aggiunge nulla di nuovo alla storia se non dare uno sguardo alle vicende in una diversa prospettiva.

Manca anche Arnold Schwarzenegger, ma con un’ottima CGI lo ritroviamo ringiovanito come nel 1984 in poche scene.

Terminator Genisys

Questo nuovo film del 2015 suona un po’ come un reboot e meno come seguito. Infatti la trama riscrive totalmente la linea temporale dei primi due film rendendo di fatto poco utili i capitoli precedenti. Grazie però all’espediente del viaggio nel tempo, la scusa della riscrittura della linea temporale aiuta a rendere più accettabile l’idea.

Il film inizia dal momento nel futuro in cui Skynet sembra essere sconfitta, ma purtroppo essa sta per giocare la sua ultima arma: mandare un terminator nel 1984 ad uccidere Sarah Connor. Ovviamente ci sarà Kyle Reese che si offrirà di tornare anch’egli indietro nel tempo per fermare il cyborg. Nel momento in cui avviene però c’è un cambiamento: John Connor viene attaccato da un nuovo cyborg che si impossessa del suo corpo. Il passato viene inevitabilmente cambiato e riscritto. Ci troviamo quindi in un 1984 alternativo in cui Sarah Connor è già addestrata contro i terminator ed affiancata da un T-800. Insieme, questa volta, dovranno sconfiggere Skynet che ha preso il nome di Genisys, oltre al T-800 cattivo e al T-1000, ma anche John Connor che tornerà impossessato dal nuovo terminator.

Le chicche di questo nuovo film sono senz’altro lo scontro tra i due Schwarzenegger (vecchio e giovane), grazie ad un’accurata CGI che riesce a riportare sullo schermo un Arnold del 1984 così come era avvenuto in Terminator Salvation.

C’è sicuramente maggior vicinanza alle atmosfere di Terminator, ma non tutto però convince, a partire dai personaggi che non hanno nulla a che fare con gli originali: Sarah Connor (qui Emilia Clarke) sembra una ragazzina ribelle mentre John Connor (interpretato da Jason Clarke) non lascia il segno, soprattutto nel ruolo di antagonista.

Inoltre, anche se la spiegazione del perché il T-800 sia invecchiato possa sembrare convincente, siamo di fronte ad un cyborg più umanizzato e a tratti con maggiore ironia che potrebbe stonare col personaggio a cui eravamo abituati. Comunque sia Schwarzenegger rimane il personaggio più interessante.

Il film rimane godibile e può essere anche interessante. Il difetto sta nei personaggi poco adatti e talvolta poco credibili nel gestire le loro reazioni: Sarah nei confronti del figlio così come Kyle nello scoprire di essere padre di John. Nel complesso la pellicola rimane migliore della precedente.

Terminator – Destino oscuro

Dopo i numerosi seguiti, più o meno azzeccati, quest’anno Cameron torna con una nuova sceneggiatura per un nuovo Terminator, anche se non alla regia. Questo sequel, si ricollega subito dopo i fatti del secondo capitolo, cancellando di fatto i film successivi. Questa volta il nuovo terminator avrà il nome di Rev-9 che tornerà indietro nel tempo per cercare Dani, la ragazza che salverà l’umanità, per ucciderla. Allo stesso tempo, viene mandata indietro nel tempo anche Grace, una soldatessa potenziata, per proteggere Dani. L’obiettivo quindi, non è più John Connor poiché seguendo la linea temporale di Terminator 2, dopo che Sarah, John e il T-800 avevano impedito il giorno del giudizio ad opera di Skynet, un nuovo terminator dalle sembianze del T-800 era stato mandato, ma questa volta era riuscito ad uccidere il giovane John Connor. Tutto ciò, aveva quindi cambiato gli eventi portandoci alle nuove conseguenze, dove Skynet è in realtà un’altra intelligenza artificiale dal nome Legion. In questa avventura quindi, anche Sarah Connor darà una mano a proteggere la ragazza, ed inaspettatamente anche il T-800 che aveva ucciso John, poiché dopo la sua uccisione aveva perso la sua ragion d’essere e si era camuffato come essere umano, compreso metter su famiglia facendosi chiamare Carl.

Tornano così, non solo Arnold Schwarzenegger, ma anche Linda Hamilton nei panni di Sarah. E grazie alla CGI, questa volta si è realizzata una scena davvero spettacolare in cui i vecchi protagonisti sono riapparsi così come li avevamo lasciati. Il tutto grazie ad un ringiovanimento digitale che ha fatto sì di avere ancora una volta il “vecchio” Arnold, Sarah, ma anche il giovane “Edward Furlong” nei panni di John Connor, così come sarebbero stati nel 1998. E tutto ciò è da apprezzare, specialmente come tentativo di creare una coesione, perlomeno a livello di personaggi.

Ovviamente questo seguito si pone un gradino sopra ai precedenti sequel, non solo per il fatto che ci sia di nuovo la mano di Cameron nella sceneggiatura e nuovamente Linda Hemilton, ma anche perché la storia sembra più coinvolgente delle precedenti. Naturalmente, è molto lontana dai capolavori dei primi due capitoli che probabilmente non potranno mai essere superati. La scena del flashback, seppur breve, è però riuscita a riportarci indietro nel tempo. Tuttavia, la sua brevità e l’evolversi della storia, è quasi sicuramente dovuto al fatto dell’impossibilità di Edward Furlong di sostenere un intero film. Infatti il suo volto da giovane è stato utilizzato solo per il flashback, ma i fan probabilmente si sarebbero aspettati una storia in cui fosse anch’egli protagonista assieme a Linda e Arnold per donarci una vera conclusione della storia.

Resta il fatto che di tutta questa saga, molto probabilmente torneremo a rivedere sempre e comunque assiduamente i primi due capitoli.

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