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Come gli algoritmi NLP potrebbero rovinare internet

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GPT-3 e reti neurali simili potrebbero cambiare drasticamente il mondo dei contenuti

L’esplosione degli algoritmi NLP (Natural Language Processing) ossia di Elaborazione del Linguaggio Naturale come ad esempio GPT-3 che riesce, scandagliando la miriade di contenuti e codice presente in internet, a fornire in output risposte uniche sulla base di domande o istruzioni. GPT-3 riesce ad elaborare uno schema tra i dati raccolti permettendogli di mettere in relazione questi dati di modo da poterli estrarre secondo le richieste che gli vengono fornite.

Sebbene possa diventare uno strumento estremamente utile e potente per elaborare e raccogliere contenuti in modo immediato, porta con sé anche degli aspetti negativi: data la sua abilità nell’elaborare contenuti nuovi sarà possibile crearne da qui in avanti, tra i più svariati automaticamente come ad esempio siti, podcast, ecc… Il tutto ad una velocità impressionante e in quantità esorbitante. Contenuti che saranno indistinguibili da quelli di un essere umano. E se pensiamo che questa tecnologia potrà produrre contenuti così velocemente così da avere materiale di anni in poco tempo, è facile dedurre che i creatori di contenuti saranno incapaci di competere, come potrebbero esserlo anche i fruitori di tali contenuti a stare dietro a tutto ciò che verrebbe prodotto. Si potrebbero avere contenuti superiori alla possibilità dell’uomo di starci dietro, cosa peraltro già presente: pensate di voler ascoltare tutta la musica prodotta. Non basterebbe una vita.

Se tale produzione di contenuti fosse invece indirizzati al profitto, come per altro sta avvenendo già da molti produttori di contenuti, si avrebbe a che fare con una quantità spropositata di contenuti di bassa qualità che sovrasterebbe quelli che invece ne hanno. Basti pensare a come molti ormai si lascino ipnotizzare da contenuti privi di contenuto fruiti in modo sempre più veloce. È un po’ come scorrere solo le copertine dei libri e leggerne solo il titolo per poi dire di conoscere tali libri. È quindi forte l’istinto di produrre contenuti più per attrarre che per trasmettere valore.

Oltre a questo, la mole di dati utilizzata per allenare questa Intelligenza Artificiale rischia anche di trascinarsi dietro errori, difetti e bias impropri (ossia quel valore che determina se un neurone di una rete neurale debba o meno attivarsi, e di conseguenza ciò che porta ad un determinato output). Errori che possono poi trascinarsi a cascata su successive reti neurali o algoritmi basati su quello principale.

Un altro rischio è la manipolazione dell’informazione. Se l’imitazione dei contenuti sarà indistinguibile da quella di un essere umano, potranno esserlo anche le opinioni che saranno quindi quelle di una I.A. piuttosto che una persona. E se poste in modo particolarmente convincente, tali opinioni potrebbero anche influenzare le opinioni delle persone in modo pericoloso.

Dal momento che tutti contenuti diventano sempre più monetizzabili, abbiamo già intrapreso questa strada dove informazioni e contenuti sono al servizio del traffico e della monetizzazione piuttosto che in primo luogo a comunicare qualcosa. GPT-3 o chi per esso potrebbe quindi dare un’ulteriore spinta in questo senso con il rischio, alla lunga, della perdita di fiducia totale nel mezzo che è internet.

Sarà quindi tutto orientato alla richiesta di attenzione per ottenere profitto?

Il rischio che la cosa sfugga velocemente di mano è plausibile, soprattutto non essendoci una regolamentazione o un modo per determinare se i contenuti provengono da umani oppure no.

Ulteriori rischi potrebbero estendersi anche ai furti di dati e di identità.

In più, le potenzialità di algoritmi come GPT-3 non saranno legati alla sola produzione di contenuti testuali, ma saranno anche in grado di programmare e realizzare videogiochi, video, musica, ecc… Il ruolo del creator, ritenuto tra i più irreplicabili dall’I.A., potrebbe quindi essere messo presto in difficoltà da un’Intelligenza Artificiale che sarà in grado di essere blogger, youtuber, copyrighter, ecc…

La mole di dati e la necessità di avere un modo per trovare sempre più velocemente e efficacemente tali informazioni, richiede senza dubbio l’abilità di un’I.A., e senza dubbio algoritmi come GPT-3 sono di enorme aiuto per velocizzare e snellire molti compiti, ma bisogna evitare che essi prendano il sopravvento e dominino le nostre vite in modo incontrollato.

Fonte datasciencecentral.com

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